Dopo la cancellazione del 5 giugno, il Bike Pride posticipato a domenica
10 luglio, si è rivelato un successo oltre ogni aspettativa. Lo sciame
di bici ha transitato in corso Vittorio, corso Re Umberto, via Cernaia,
via Po, per approdare, provato ma felice, in piazza Vittorio, suscitando
proteste a catena tra le fila di automobilisti in coda, bloccate dai
vigili nei passaggi cruciali.
Un segnale molto positivo per il futuro del popolo a due ruote, anche se
a Torino la bicicletta - grazie anche alla diffusione del «Bike
sharing», è passata in pochi anni da mezzo-rarità, a vera alternativa ad
auto e tram.
L’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta ha voluto dare ulteriore motivo
di speranza agli accorsi : «Abbiamo già parecchie piste ciclabili a
Torino, ma abbiamo intenzione di raddoppiarle - ha dichiarato al
microfono gentilmente offerto dallo staff della Drogheria, - e anche il
sistema del bike sharing che è diverso fra Torino e la cintura, verrà
uniformato in modo tale da rendere più comodo l’affitto».
Presente anche l'ex Assessore all'Ambiente Roberto Tricarico con la
maglietta verde del Bike Pride, oggi consigliere del Pd, che ha dato il
via a questa «13 chilometri» di invasione pacifica e scampanellante del
centro città.
"Sono sempre più convinto che nell’ambito di una riconversione a una
mobilità più sostenibile la bicicletta abbia un ruolo cruciale. Nel
programma del sindaco Fassino vi è il raddoppio della rete delle piste
ciclabili che dovrebbero passare dagli attuali 170 km a 350 km - ha
dichiarato. La cultura della ciclabilità – ha ripreso Tricarico – si
promuove anche con la segnaletica e con una viabilità promiscua in cui
autoveicoli e biciclette convivano serenamente. Senza dimenticare il
bike sharing: a fine anno arriveremo a 116 stazioni e a 10 mila
abbonati".